Una denuncia all’ipocrisia della nostra società con “Clemente” al teatro Vertigo
Quando parliamo di Teatro dobbiamo soffermarci sull’importanza di questa parola derivante dalla lingua greca theàomai che significa «guardare, osservare». È una delle forme di comunicazione ed espressione più antica al mondo, dove un pubblico partecipa emotivamente ad uno spettacolo creato da altre persone.
Le emozioni sono il cuore pulsante del teatro, la relazione che viene a crearsi tra attore e personaggio e tra personaggio e pubblico è alla base dell’esibizione, la quale produce un rispecchiamento e una condivisione emotiva.
Lo spettacolo permette un’esperienza intersoggettiva che oggi nella quotidianità abbiamo perso, attraverso il così detto «guardare e osservare» si accresce uno sviluppo empatico, non solo per l’attore che si immedesima completamente nei panni di un’altra persona ma anche nel pubblico che come osservatore comprende i processi psichici del personaggio.
Un esempio lampante di questa forte visione intersoggettiva e empatica è stata creata dal Regista Diego Bellettini , che questo weekend ha messo in scena Clemente dramma in un atto, al Teatro Vertigo.
Uno spettacolo tutt’altro che convenzionale, andato sold out tutte le tre date e che ha lasciato il pubblico senza fiato.
Il dramma, catalogato come dramma dell’assurdo, tratta di due protagonisti che recitano ininterrottamente per un’ora ricca di colpi di scena.
Elisabetta Papallo nei panni di Elisa una cameriera romana delusa e trascurata dal suo fidanzato Andrea, interpretato da Lorenzo Luparini, un egocentrico ed ironico manager toscano, focalizzato solamente su se stesso.
La storia si sviluppa in un appartamento romano dove i due compagni, da ormai sette anni, attendono l’arrivo del loro locatore Carlo Clemente, l’attesa fa crescere nei due giovani la tensione, la quale diventerà ingestibile e che porterà inesorabilmente ad uno scontro verbale e successivamente fisico.
Entrambi vittime dei vizi della società moderna, focalizzata su un rapporto di coppia, malato, patologico, prevaricatore e manipolatore che rende difficile capire chi sia davvero la vittima e chi il carnefice.
Un finale spiazzante, che lascia il pubblico sbalordito, volutamente scelto dal Regista: «Clemente è una denuncia alla nostra società, ai vizi come la bugia, il menefreghismo verso il prossimo, l’egoismo e la mancanza di clemenza, che ritroviamo in Elisa e Andrea vittime e carnefici di una società malata».
Il tutto incoronato da una splendida interpretazione dei due attori, Elisabetta e Lorenzo, che sono riusciti ad “essere” i personaggi che interpretano, ipnotizzando il pubblico e immergendolo con emotività nella storia e nella situazione proposta.
Esperienza non facile come ci raccontano: « È stato forse uno degli spettacoli più difficili mai messi in scena. Tematiche forti che non avevamo mai vissuto nel nostro quotidiano, immedesimarsi nei personaggi è stato molto complicato, il loro tormento è entrato nelle nostre vite reali, la negatività di Elisa e Andrea ce la siamo portati a casa» sorridendo concludono: «Non siamo noi ad essere entrati nei personaggi ma sono loro che sono entrati dentro di noi».
La sofferenza e la patologia della coppia che il Regista Diego Bellettini voleva trasmettere è stata completamente assorbita nell’interpretazione di Elisabetta Papallo e Lorenzo Luparini, i quali vengono esaltati in quest’opera non solo dal punto di vista umano ma anche professionale. Confermando al pubblico in sala che una prova del genere li ha resi pronti ad affrontare in futuro qualsiasi altra tematica in maniera eccellente.
Che dire, siamo in attesa di una replica e di un altro spettacolo con questa squadra eccezionale.