PIONIERI DEL LITORALE
Marina di Pisa, un luogo bello, semplicemente bello per il quale vale la pena impegnarsi per far conoscere ancora molto della sua storia delle sue origini delle dinamiche che si sono sviluppate nel tempo condizionate da eventi naturali ma anche politici, industriali, economici e sociali.
Raccogliere informazioni mediante ricerche, indagare sui fatti, analizzare gli eventi costituiscono l’humus per dare il giusto peso e importanza alla memoria di cui una comunità non può farne a meno perché è il patrimonio più grande che possiede e questo rappresenta la base indispensabile per ogni azione che la comunità intende affrontare ma anche per comprendere la sua identità.
Mantenere la memoria attraverso le testimonianze è l’unico strumento per tramandare l’anima del luogo fatta di storia, di personaggi, di eventi, di esperienze e tradizioni per formare un bagaglio di informazioni per le nuove generazioni spesso distratte, disinteressate e non preparate ne formate a conoscere prima di dire e fare.
La storia di Marina e di tutto questo territorio litoraneo pisano è strettamente legata alla caratteristica ambientale del suo territorio e principalmente al mare e da questo ha avuto i suoi condizionamenti.
Da questo è dipesa la storia prima di Pisa come potentissima Repubblica Marinara poi sconfitta da Genova e man mano allontanata da questo con l’avanzamento della costa, poi quale ingresso nell’entroterra con l’Arno e la necessità di controllo di questa via dalle incursioni ma anche per il commercio, poi come luogo dove praticare la pesca e la balneazione (di cui ci occuperemo con questi periodici interventi) poi come luogo ideale per lo sviluppo industriale di idrovolanti, poi come risorsa turistica-assistenziale (con la nascita di Tirrenia e del Calambrone) sino alla realizzazione di un porticciolo che ne rafforza il valore e l’opportunità per uno sfruttamento dolce e sostenibile di tutto il litorale.
In questo luogo la principale attività turistica che ha sfruttato la presenza del mare è stata l’attività balneare legata alla salute già prima dell’attività della pesca che di li a poco si svilupperà ma che a quel tempo veniva praticata veramente da poche persone e prevalentemente senza scopi commerciali ma solo per l’auto sostentamento familiare.
L’esercizio dell’attività balneare, e tutto quanto nell’arco di pochi anni è riuscito a trascinarsi dietro, ha rappresentato il seme di una comunità che ha creduto e investito in questo campo con il giusto spirito pionieristico e una qualità esemplare che è si è manifestata come un valore aggiunto alla qualità e fascino ambientale che già nei primi dell’ottocento richiamava attenzione su questa parte di litorale..
Ogni comunità ha un iniziale nucleo generatore rappresentato da famiglie che si insediano in un luogo e sviluppando il proprio lavoro secondo capacità e qualità proprie definiscono anche l’identità del luogo e questa identità per Marina si trova proprio nei “bagnini” intesi come classe sociale e economica che ha fatto la storia del litorale e soprattutto di Marina dove per prima si affaccia e si manifesta.
Sicuramente Marina di Pisa avrebbe avuto il suo sviluppo e la sua importanza ma non si può disconoscere che l’anima della popolazione che ha dato origine alla sua comunità la si trova in questi personaggi, nei “bagnini”, in quelle figure che hanno dato l’impronta “salmastrosa” a tutti noi.
Che ne sarebbe stato di Marina se la famiglia Ceccherini invece di scegliere bocca d’Arno, come alternativa alla cacciata da San Rossore che Vittorio Emanuele II gli impose (anche se ben pagata), avessero scelto di andare in altro luogo continuando a fare quello che già avevano imparato da tempo oppure iniziato un altro mestiere ?
Con l’esperienza acquisita negli anni precedenti dopo aver realizzato nelle vicinanze di bocca d’Arno, sponda destra, che a quel tempo poteva essere raggiunta facilmente e comodamente con carrozze e calessi a cavallo per una strada diritta che da Pisa raggiungeva il Gombo e il mare, scelse di proseguire l’impegno, la passione e la professionalità maturata sulla sponda opposta dell’Arno.
Luogo praticamente disabitato dove le uniche presenze umane erano quelle militari che stazionavano nel fortino doganale, qualche baracca in prossimità della foce utilizzate da pescatori, tanta attività agricola alle spalle e qualche pittore impegnato a rappresentare su tela la bellezza dei luoghi e a farli ricordare nel tempo.
E’ a questa famiglia e a quelle che arriveranno sul territorio di li a poco, che si deve, e gli va riconosciuto, il ruolo di progenitori del quartiere che prese il nome inizialmente di Boccadarno.
Famiglia protagonista più di altre e avanguardia del luogo poiché ha determinato non solo lo sviluppo dell’attività balneare e quindi creato interesse richiamando sulla zona molti avventori e molto interesse ma soprattutto per aver formato una categoria di operatori che per generazioni successive hanno fatto e indirizzato la storia di questo luogo, da bocca d’Arno al Calambrone.
Molte delle famiglie di allora ancora oggi si trovano fortemente impegnate nell’attività balneare (rigenerata, riformulata e riqualificata) ma anche quelle che nel tempo hanno cambiato settore di attività economica, e non sono poche, non solo hanno contribuito all’espansione e alla dinamica imprenditoriale della categoria ma ne conservano gelosamente i ricordi e le esperienze.
Il regime delle concessioni e le regole imposte dalla Comunità Europea potranno anche comportare una modifica delle situazioni in essere e dell’offerta turistica che esprimono (migliore ? peggiore ?) ma non potrà mai far dimenticare le vicende che il nostro territorio ha vissuto, le famiglie che ne hanno fatto la storia contribuendo a definire la tipicità delle aziende balneari e il carattere degli abitanti del litorale Pisano e soprattutto del “marinese”.
Con il prossimo contributo entriamo a trattare la ”balneazione” come fenomeno salutistico