Donazione di organi dopo 50 anni ancora un tabù?
Cos’é AIDO?
AIDO rappresenta l’associazione italiana donazione organi trasformata successivamente in associazione italiana donazione organi, tessuti e cellule che tra poco compirà 50 anni.
Nel lontano ma neanche troppo 1971 il 14 Novembre nascono a Bergamo le fondamenta di AIDO, Giorgio Brumat fonda la DOB (Donatori Organi Bergamo) che diventerà AIDO nel 26 Febbraio 1973.
“Dovevo fare qualcosa e così feci: fondai un’associazione che aveva come finalità quella di sensibilizzare l’opinione pubblica al dono degli organi post mortem”
Le difficoltà iniziali furono altissime perché nell’operato comune c’erano dei dogmi morali e psicologici quasi insuperabili che purtroppo riscontriamo anche oggi a distanza di quasi 50 anni come la sacralità della salma, l’intangibilità del defunto, il rispetto della pietas dei parenti, ovviamente da anni la sensibilizzazione serve a far conoscere la verità e la realtà di quello che è AIDO ma purtroppo per certi aspetti ancora oggi molte persone ignorano per scaramanzia o per semplice disinteresse.
Tra i credi più diffusi troviamo :
-la convinzione che il prelievo venga praticato in stato di morte apparente con la conseguenza di svegliarsi e trovarsi con organi mancanti.
NON È COSÌ
La donazione di organi, tessuti e cellule può avvenire soltanto in seguito a diagnosi di morte, accertata con criteri neurologici e/o cardiaci, dichiarata morte cerebrale (La morte cerebrale è la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo e corrisponde a tutti gli effetti al decesso del malato).
Vi sono due criteri:
- criteri neurologici: per un periodo non inferiore alle 6 ore, si eseguono accurati accertamenti clinici e strumentali per stabilire la contemporanea presenza delle seguenti condizioni: stato di incoscienza, assenza di riflessi del tronco e di respiro spontaneo, silenzio elettrico cerebrale
- criteri cardiaci: si esegue un elettrocardiogramma protratto per un periodo non inferiore ai 20 minuti. Questo è considerato il tempo di anossia, trascorso il quale si considera che vi è certamente una irreversibile perdita delle funzioni dell’encefalo e quindi la morte dell’individuo.
Ma allora cosa succede in caso di morte cerebrale?
Tre medici indipendenti (un medico legale, un neurologo e un anestesista-rianimatore), diversi dal medico curante, sono chiamati a monitorare il corpo per 6 ore.
Dopo di che se il paziente è iscritto alla donazione procederanno con il prelievo, o in assenza di dichiarazioni le famiglie decideranno per il corpo.
-prassi illecite su pazienti moribondi per procurare organi.
NON È COSÌ
In Italia non si può “staccare la spina”, come detto precedentemente solo in caso di morte cerebrale il paziente viene dichiarato morto, il medico ha l’obbligo e il dovere di somministrare le cure necessarie, nessun medico riceve premi per aver ottenuto organi da un donatore.
-Esiste il Silenzio Assenso?
Si è parlato di una legge del 1 Aprile 1999, dove se non specificato espressamente che non si vuole donare la persona verrà dichiarata automaticamente donatrice.
NON È COSÌ
Vi sono due disposizioni che dichiarano che in assenza di dichiarazioni i parenti si possono opporre.
Per cui se la persona che non si è espressa anticipatamente ma ha intenzione di donare le conviene dichiararlo così da non trovarsi dei parenti che prendano una decisione al suo posto.
-Decidono a chi dare gli organi.
NON È COSÌ
Vi sono liste di attesa per i cittadini assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale.
Le liste di attesa, nel settore del trapianto di organi, sono un fatto inevitabile, dal momento che la domanda è maggiore dell’offerta di organi a disposizione; proprio per questo, anche se è possibile intervenire con azioni di carattere organizzativo, per ridurre i tempi di attesa è necessario che aumentino i consensi e diminuiscano le opposizioni alla donazione.
L’idoneità di un paziente a ricevere un trapianto è valutata sulla base di indicazioni nazionali condivise dai centri trapianto.
Chi ha maltrattato i propri organi con vizi e dipendenze viene seguito da un equipe psicologica e medica che deve dimostrare che il soggetto abbia cambiato stile di vita o non verrà inserito in lista d’attesa.
-I corpi vengono deturpati post prelievo.
NON È COSÌ
Il prelievo viene fatto nel totale rispetto del corpo e laddove venissero prelevati tessuti che modificano l’estetica questi vengono sostituiti con delle protesi. Così che il corpo sarà in ottime condizioni per il funerale.
-Per donare bisogna essere giovani
NON È COSÌ
La donazione viene effettuata ad ogni età, recentemente una signora di 83 anni ha donato il suo fegato e i reni ed ha salvato tre persone.
Attualmente in Italia 1 persona su 3 dona gli organi, quindi ogni paziente deve aspettare in media 3 anni per ricevere un organo.
Come si dichiara la volontà a donare?
Vi sono diversi metodi:
-attraverso la nuova carta d’identità
-iscrivendosi al sito www.aido.it
-recandosi nei centri AIDO più vicini a te compilando un auto dichiarazione con successivo rilascio di un tesserino da conservare
-firmando il modulo presso la propria Azienda Sanitaria Locale (ASL) di riferimento
-compilando il tesserino blu del Ministero della Salute
-scrivendolo su un foglio di carta da conservare nel portafoglio
La morte è un capitolo della vita a cui è difficile pensare anche se allo stesso tempo tutti sappiamo che succederà.
Sappiamo che siamo nati con i nostri organi e inconsciamente pensiamo che dovrebbero rimanere dove sono.
Ma se pensassimo in modo meno egoista, coscienti del fatto che un giorno i nostri organi non ci serviranno più e vedessimo la donazione come regalo per qualcuno che invece sta lottando con la vita in attesa di un trapianto e che grazie a noi potrebbe sopravvivere forse saremmo meno egoisti e doneremmo di più.
Inconsciamente pensiamo che queste cose potrebbero succedere sempre ad altri ma siamo tutti su questo pianeta e tutti noi potremmo avere bisogno di un trapianto, se tutti donassimo non ci sarebbero più liste d’attesa e più vite sarebbero salvate.