PISA E LA TOSCANA PER L’AMBIENTE
Vicini alle elezioni europee la domanda viene spontanea: Che ruolo può avere la Toscana per un europa migliore? Quali fondi sono a disposizione? Come li utilizziamo? Abbiamo cercato di rispondere a queste domande con l’Onorevole Renzo Moschini valorizzando quello che potrebbe essere il ruolo dei parchi in Toscana.
Onorevole Moschini, tra poco avremo le elezioni europee, cosa ci possiamo aspettare dal punto di vista ambientale?
Quella in corso è una complessa e difficile partita comunitaria, oltre che nazionale, il cui esito dipenderà anche e non poco proprio dalle prossime elezioni europee. Da che Europa avremo e con quali poteri e governance dipende, infatti, il futuro dei maggiori e difficili problemi ambientali.
In Europa ci sono tantissimi fondi a disposizione per i paesi della UE. È vero anche per l’ambiente?
In realtà ne utilizziamo molto pochi. E’ di questi giorni, ad esempio, la notizia per quanto riguarda i finanziamenti comunitari su parchi e aree protette: ne utilizziamo solo il 17%. Ed è così per tanti altri casi. Come dice giustamente Enrico Letta nel suo ultimo libro è ricorrente fare scaricabarile sull’Europa per qualsiasi nostro guaio che dipende da noi e non da Bruxelles o Strasburgo.
Quale può essere il ruolo della Toscana su questi argomenti?
La Toscana, con le sue città e territori, può e deve giocare un ruolo importante per storia e tradizioni. I parchi li abbiamo e sono dotati di enti funzionanti, di piani, di progetti. Siamo l’unica regione che ha previsto nei consigli dei parchi regionali una rappresentanza delle nostre 3 maggiori Università. Gestiamo territori dove operano siti con prestigiosi riconoscimenti internazionali. In diversi casi abbiamo preceduto anche la legge con esperienze che hanno riguardato le Apuane come le isole, San Rossore come la Maremma e realtà interregionali come le Foreste Casentinesi o l’Appennino Tosco – Emiliano.
E nel resto del paese?
In altre parti del paese non è stato così nella stessa misura e con gli stessi risultati. Il che ovviamente non significa che in Toscana non ci siano problemi e ritardi. Si è tornati a discutere persino di geotermia in una provincia e regione che ne avevano fatto giustamente una delle sue più efficaci e valide esperienze innovative.
Sappiamo che le politiche ambientale incrociano e dipendono più di altre dagli assetti istituzionali. Come siamo messi in Toscana e qual’è il suo punto di vista?
E’ un ambito dove la Toscana fin dai tempi di Bartolini aveva avviato importanti e nuove esperienze anticipatrici –e non solo dei parchi- che divennero un vero e proprio modello sul piano nazionale. Purtroppo oggi dobbiamo fare i conti con la scomparsa di fatto delle province, dell’accorpamento comunale imposto e con uno stato che sta riprendendo molte funzioni che fino ad oggi aveva decentrato.
Cosa possiamo fare?
Per quanto ci riguarda come Gruppo di San Rossore continueremo a fare la nostra parte perché il dibattito con l’ambiente entri nella contesa europea ma soprattutto sia forte all’interno delle comunità. Continueremo a contribuire anche con i libri.