Siamo quello che mangiamo. Lo sfruttamento dei suini
Sono circa 8 milioni i maiali allevanti in Italia, principale nel nord, ogni giorno questi animali vengono sfruttati e maltrattati negli allevamenti intensivi.
Il loro sfruttamento è generato dalla produzione di carne e salumi molto richiesti sul mercato.
Sfortunatamente questi sfruttamenti non sono casi isolati ma è lo standard per questo tipo di industria, le violenze sono all’ordine del giorno.
I maiali sono costretti a vivere in celle sovraffollate e su pavimenti ricoperti di liquami con insetti e roditori.
Queste industrie non sono solo teatri di maltrattamenti verso questi animali innocenti ma sono anche una minaccia per l’ambiente e la salute.
Molto spesso i maiali che non sopravvivono a questo stile di vita stressante e doloroso, muoiono. Le loro carcasse non vengo immediatamente rimosse e i maiali, senza vita, restano a contatto con gli altri animali oppure nelle celle frigorifere per giorni, in evidente stato di decomposizione e putrefazione.
Poco tempo fa il Tg2 mostrò delle immagini di alcuni cadaveri amassati in celle frigorifere rotte.
Questo trattamento è assolutamente illegale, i cadaveri devo essere smaltiti in modo idoneo e nel minor tempo possibile devono essere inceneriti.
Se lo smaltimento non viene effettuato correttamente le conseguenze sono la compromissione della qualità dell’aria, le falde acquifere inquinate e soprattutto la diffusione di batteri e virus.
I piccoli di suino vengono allontanati dalle madri tra le 3 e le 4 settimane di vita e da quel momento la loro unica funzione sarà quella dell’ingrasso.
Ad appena una settimana di vita subiscono il mozzamento della coda, la castrazione se maschi e la troncatura dei denti.
I pensieri sull’argomento possono essere i più disparati ma la cosa importante da sapere è che noi, esseri umani, siamo quello che mangiamo.
Se ci fosse più attenzione, molte persone saprebbero che le industrie intensive non sono la soluzione.
Vi sono molti altri allevamenti dove questi animali posso crescere sani e non in spazi angusti. Dove il loro percorso di vita è assolutamente differente. La cosa più importante è che siano alimentati correttamente e che non soffrano.
Paesi come la Danimarca hanno introdotto una certificazione per il benessere degli animali. Entro il 2023, la Commissione europea presenterà una proposta di modifica dell’attuale normativa e di armonizzazione delle differenti politiche nazionali.